Teatro

Don Pasquale atteso a Jesi

Don Pasquale atteso a Jesi

L'opera di Donizetti manca dal Pergolesi da oltre trent'anni e arriva in una coproduzione con moltissimi teatri italiani e francesi ambientata nel contemporaneo hollywoodiano.

Dopo l’inaugurazione con Nabucco, il cartellone della stagione lirica di tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi prosegue con Don Pasquale di Gaetano Donizetti, in scena venerdì 13 novembre alle ore 20.30 con replica domenica 15 novembre alle ore 16 e anteprima giovani mercoledì 11 novembre alle ore 16, direzione Giuseppe La Malfa e regia Andrea Cigni. Protagonista nel ruolo del titolo è Paolo Bordogna, considerato fra i più importanti interpreti di oggi e star di un disco Decca dedicato ai suoi ruoli buffi. Al suo fianco  i vincitori del concorso As.Li.Co.: Maria Mudryak (Norina), Pietro Adaini (Ernesto), Pablo Garcia Ruiz (Malatesta); completa la compagnia di canto il notaio di Claudio Grasso. L'opera, che debuttò a Parigi il 3 gennaio 1843 e che tre mesi più tardi fu rappresentata al Teatro alla Scala di Milano, arrivò al Teatro Pergolesi nel 1850 dove tornò altre sei volte fino al 1984, ultima messa in scena. Meritevole di nota l'operazione di produzione di questo allestimento che ha visto la collaborazione della Fondazione Pergolesi Spontini con i cinque teatri di tradizione lombardi e di sette teatri di provincia francesi.
La regia ha scelto una ambientazione contemporanea che guarda al mondo della commedia musicale americana e al cinema di Hollywood (lo stesso Donizetti aveva immaginato una messinscena attualizzante: la storia doveva svolgersi nella Roma contemporanea, i personaggi dovevano vestire alla moda). “L’epoca durante la quale abbiamo collocato la vicenda è la metà del Novecento – spiega il regista  Andrea Cigni - La fonte primaria di ispirazione è stato proprio il carattere di Don Pasquale, il suo essere ‘taccagno’. Una sorta di vecchio ‘avaro’ cui interessa fondamentalmente proteggere il proprio patrimonio e per far ciò utilizza ogni mezzo, anche il matrimonio combinato (seppur con una giovane e avvenente ragazza). L’oggetto più evidente che ci è balzato subito alla mente, riconducendolo a una sorta di ‘Paperon de’ Paperoni’ umano o un Mr. Scrooge del romanzo di Dickens, è la cassaforte: l’elemento che chiude e protegge il suo ‘tesoro’, la sua ricchezza materiale, ma che avrà poi il compito di racchiudere il vero tesoro dell’opera nel finale. La casa di Don Pasquale è dunque un’enorme e inespugnabile cassaforte, dentro alla quale è difficile entrare. Opposto al mondo di Don Pasquale è il mondo fiorito, lieto, gaio, di Norina, che fa davvero da contraltare alla cupezza del vecchio e che pian piano lei saprà far prevalere, rompendo la tristezza del caveau. Con lei sono Malatesta (un esuberante e stravagante personaggio), ed Ernesto l’innamorato gentile che tutte le ‘Norine’ del mondo vorrebbero avere. In un vortice di comicità e di sentimentalismo si incroceranno tutti questi mondi, annullando il mondo della cassaforte di Don Pasquale. Alla fine della nostra storia resta il vero e unico tesoro, l’amore dei due giovani, incorniciato in una romantica cartolina dal titolo: “Roma, Ti amo!”.”
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